ART BONUS - Costruita alla fine del XV sec., contemporaneamente all’attiguo convento francescano amadeita (oggi Cinema Zenith), era l’antico accesso alla città per chi veniva da Roma, da cui derivava l’appellativo di Porta Romana. Nel 1582, fu ricostruita in mattoni su progetto di Valentino Martelli e a commissione del Cardinale legato apostolico Alessandro Riario, da cui deriva anche il nome di Porta Alessandrina, in uso fino al 1800. L’opera fu eseguita sotto il pontificato di Gregorio XIII come testimonia l’iscrizione sopra l’arco: GREGORIO III MAX MDLXXXII.
A livello strutturale si presentava in buone condizioni. Internamente la porta rilevava la presenza di croste nere, prevalentemente nella zona del sottarco. La presenza di atmosfera inquinata, infatti, ha provocato negli anni la formazione di depositi variamente coerenti e aderenti al supporto, costituiti da materiali che assumono colore da grigio a nero. L’ubicazione di questi depositi era ristretta alle zone più riparate dalla pioggia battente e dal dilavamento che essa provocava. La parte esterna risultava invece meno colpita presentando questo stato prevalentemente negli elementi in travertino. Lo stesso materiale risultava caratterizzato da un leggera alveolizzazione localizzata causata, come consuetudine, dalla cristallizzazione di sali veicolati dalle infiltrazioni.
TIPOLOGIA MATERIALI: I materiali utilizzati sono essenzialmente in mattoni, disposti su filari regolari, con innesti di blocchi in pietra calcarea.
DECORAZIONI ESTERNE: La porta presenta, nel fronte a valle, una trabeazione con due filari in travertino che chiudono dei riquadri in mattoni con fondo una lastra in travertino con iscrizione. Due fiori in travertino sono inseriti ai lati dell’arco.
Da terra si è proceduto con un intervento di disinfezione mediante biocida in due stesure limitato alla parte bassa (altezza ml.2) più in ombra e più attaccata da colonie di muschi e licheni. Con il nolo di un ragno a caldo si è proceduto con i lavori in quota che hanno consentiranno una idropulitura con carbonato di calcio (metodo jos) ed una idropulitura con acqua calda. I lavori per il travertino sono stati essenzialmente di pulizia meccanica e chimica con impacchi in polpa di cellulosa. Stuccature finali e revisione cromatica hanno completato l’intervento.
Ufficio Incaricato | U.O. Engineering, Beni culturali e Sicurezza sul lavoro |
Responsabile del procedimento | Ing. Franco Becchetti |
Direttore dei lavori | Arch. Fabio Fantucci |
Importo Lavori | 26.874,00 € |
Impresa Incaricata | Il Restauro Fiacchi P. - Trevi |
Data Inizio Lavori | 07 agosto 2017 |
Data Fine Lavori | 21 settembre 2017 |